In Arte della delega / Interviste

Questa settimana vi presento Amin El Fadil, professionista SEO che ci spiega come liberare la mente e lavorare su più attività rappresentino il potere della delega

Senza possibilità di delegare il lavoro cambierebbe

 

Krisztina: Ti presenti con qualche parola?

Amin El Fadil: Sono Amin El Fadil classe ‘86, umanista di formazione, faccio SEO dal 2005, mi piacciono i film di arti marziali e le lunghe passeggiate in bicicletta. 🙂

KF: Da quanto tempo svolgi la tua attività?

AEF: A livello operativo dal 2005, anche se la scoprii un paio di anni prima sul forum di html.it, quando Giorgio Taverniti fondò – se ricordo bene, è passato molto tempo – l’”html guru group” e partì col concorso dei “velocipedi equestri”. Cominciai qualche piccolo esperimento su siti gratuiti come Digilander e Splinder.com.

Scoprii poi il sito motoricerca.info gestito da Enrico Altavilla. Il suo approccio chiaro e al contempo “scientifico” mi fece appassionare alla materia e da allora negli anni seguenti aprii un progetto dietro l’altro.

Negli ultimi anni ho cominciato a fornire consulenza a PMI e liberi professionisti, attività che pur avendo mediamente un ROI minore rispetto ai progetti personali offre l’opportunità di approfondire in modo diretto il mondo e le esigenze aziendali.

KF: Come è cambiata nel tempo la tua struttura/gestione?

AEF: I primi anni lavoravo più come webmaster che apriva siti per diletto e gloria che per guadagno, mi piaceva creare community, renderle popolari e farle crescere. Col tempo e l’esigenza di fare della passione un’attività lavorativa cominciai a informarmi meglio su affiliazioni e altre forme di monetizzazione.

Cominciai quindi a partecipare a forum di settore e stringere contatti con colleghi e professionisti in settori vicini.

Attualmente lavoro come libero professionista, ho un mio network personale di siti e un team di collaboratori (anch’essi freelance) che mi affianca in base alle esigenze del singolo progetto.

KF: Quando e perché hai pensato la prima volta a delegare?

AEF: La prima che ricordo fu una collaborazione per creare una directory di recensioni e siti tema cinema e serie tv. Cercai su vari forum un socio proponendo una partnership 50/50 a qualcuno disponibile ad aiutarmi.

Non fu una scelta facile, ma capii di non poter fare tutto io. C’erano attività che non volevo fare, come la scrittura dei contenuti, e altre invece in cui ero consapevole di avere dei forti limiti, come la grafica e il web design. Per andare più veloci e aumentare la qualità dei progetti creati avere un team forte e coeso è fondamentale.

KF: Come ti sentivi?

AEF: Mi sentivo speranzoso del fatto che delegando delle attività avrei potuto “liberare la mente” per attività che avrebbero inciso maggiormente sulle entrate dei miei progetti, ma d’altra parte preoccupato di come controllare che l’altra persona svolgesse in modo accurato l’attività.

KF: Come hai affrontato la prima esperienza? Eri scettico o fiducioso?

AEF: Un po’ entrambe le cose, non è facile affidarsi ad occhi chiusi a chi non si conosce, specie quando anni fa non c’erano social, referenze e ci si rapportava inizialmente con nickname e non con persone.

KF: Quale task hai delegato la primissima volta?

AEF: Il primo che ricordo fu l’installazione e configurazione di una serie di plugin.

KF: Avevi un piano per la procedura della delega?

AEF: No, era qualcosa tipo “vai, installa e configura”. 🙂

KF: Come hai scelto le attività da delegare?

AEF: Erano quelle che non avevo tempo/voglia di fare, mi interessava delegare tutto eccetto il piano editoriale, la SEO e la promozione a livello di strategia e di pianificazione.

KF: Come hai gestito la comunicazione?

AEF: Skype e mail, a volte aree private di forum.

KF: E’ stata un’esperienza positiva?

AEF: Discretamente positiva.

KF: Se sì, qual è era la prossima attività da delegare?

AEF: Creare o curare dei contenuti basandosi su una traccia e un modello da me fornito.

KF: Se no, hai riprovato con altre attività/persone e semplicemente hai rinunciato?

AEF: Ho continuato, come SEO apro continuamente siti nuovi e sono alla continua ricerca di persone che mi aiutino nel creare contenuti, promuoverli e altri piccoli task riguardanti l’editing o la promozione.

Non è mai semplice delegare alle persone giuste, ma col tempo mi sono creato un sistema che mi permette di passare velocemente le competenze necessarie e le linee guida da seguire scrupolosamente per continuare a lavorare con me.

KF: Che bilancio hai fatto dopo la prima delega in termini di tempo e soldi guadagnati?

AEF: Fondamentale. Senza delega non potrei semplicemente tenere in piedi ciò che faccio.

KF: Sei riuscito a stabilire una procedura per la delega?

AEF: Ho creato nel tempo delle risorse e delle F.A.Q. con tanto di “do and don’t” che permettono a chi collabora di avere una bussola entro la quale operare senza dover fare troppi aggiustamenti poi.

Cerco sempre di pensare prima a cosa avrà bisogna la persona a cui delegherò dei task per risparmiare tempo ed energie poi in successive spiegazioni e aggiustamenti a lavoro fatto. Credo che la programmazione e l’organizzazione siano fondamentali in questa fase.

KF: Come scegli la persona?

AEF: Innanzitutto verifico se è una persona che legge quanto gli scrivo e sa comunicare a livello sufficiente. Perché i progetti che gestisco abbiano un ritorno dell’investimento, sono necessarie persone sveglie a capire le indicazioni, che rispettino le scadenze e chiedano in caso di dubbi.

Devo dire che non è facile trovarle, ma ho trovato delle belle sorprese durante il mio cammino.

KF: Quale è la caratteristica più importante per te?

AEF: La voglia di fare e di dare un reale contributo. Senza quella non ci sono i presupposti minimi per avviare una collaborazione.

KF: Come ti ha cambiato la vita /la tua attività la delega?

AEF: Senza delega non potrei lavorare a tanti progetti contemporaneamente senza impazzire. Quindi direi che mi ha permesso di rendermi economicamente indipendente. Senza possibilità di delega a quest’ora farei un altro lavoro.

KF: C’è un dettaglio che gestiresti diversamente se potessi tornare indietro?

AEF: Avrei voluto avere da subito un sistema per formare in gruppo i collaboratori, invece di farlo singolarmente come facevo all’inizio perdendo un sacco di tempo quando qualcuno di questi non era più disponibile per una ragione o per l’altra.

Ma come è normale che sia, sono tutte cose che si imparano durante il percorso.

KF: Cosa consiglieresti a una persona che sta valutando iniziare a sperimentare la delega?

AEF: Di provare a chiedere consigli da chi ha già delegato nello stesso settore e in qualcuno vicino che procedure ha usato e dove ha cercato collaborazioni.

Poi come detto sopra è importante creare regole e procedure scritte in modo da evitare di volta in volta di rispondere alle stesse domande e vedere un lavoro lontano dalle proprie aspettative. Infine di fare pratica di delega, tenendo nota di cosa ha funzionato e cosa no, come per mille altre cose si impara col tempo e dagli sbagli fatti.

KF: Cosa pensi della fiducia?

AEF: Fondamentale per collaborare, attenzione a non dare nulla per scontato quando si collabora da remoto, specie se per qualche ragione per un’attività specifica non possiamo collaborare con professionisti ma “amatori” che non hanno nulla da perdere.

KF: Quale è stato un punto critico della collaborazione?

AEF: Il punto critico è da una parte la fiducia ma soprattutto capire se c’è dall’altra parte una persona che abbia i requisiti minimi e la voglia per fornire un lavoro di qualità accettabile per noi.

Non c’è purtroppo una formula magica per capire sempre e comunque se stiamo delegando alla persona giusta, ci sono vari elementi però che possono aiutarci.

In caso di dubbio, consiglio sempre una call o un incontro di persona: vedendosi faccia a faccia ma anche solo “a voce” avremo tutta una serie di elementi in più che ci permetteranno di capire se possiamo affidarci o meno a una persona.

Suggerisco a questo proposito di prepararsi uno script di domande o argomenti per evitare di divagare o lasciare qualche dubbio non espresso.

 

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